Lampedusa fine corsa

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Lampedusa fine corsa

Ispirato al romanzo “Non dirmi che hai paura” di Giuseppe Catozzella, lo spettacolo intreccia teatro, danza e musica per narrare l’incontro tra culture, esperienze e sogni. Attraverso linguaggi artistici ibridi, “Lampedusa fine corsa” celebra l’integrazione e la forza della diversità.

Lo spettacolo racconta la storia dell’atleta somala Samia Yusuf Omar, che nel 2008, all’età di 17 anni, partecipò alle Olimpiadi di Pechino gareggiando nei 200 metri piani. Con un tempo di 32 secondi e 16 primi arrivò ultima nella sua batteria, a più di 10 secondi dalla prima arrivata, che in una gara di velocità sono un’eternità. Le immagini di questa giovane atleta, con una improbabile divisa di gara e le gambe magrissime, che nonostante il divario con le altre atlete, porta a termine orgogliosamente la gara fecero il giro del mondo.
In breve, Samia divenne il simbolo delle donne del suo paese che lottano per diritti ed emancipazione.
Privata della possibilità di allenarsi in Somalia, Samia decise di lasciare il suo Paese inseguendo il suo sogno di sportiva.
Il 2 aprile 2012, in un punto non meglio precisato del Mar Mediterraneo, a largo di Lampedusa, Samia Ysuf Omar, 21 anni, trovò la morte annegando insieme ad altri suoi compagni di viaggio, a causa del rovesciamento del barcone che stava tentando di raggiungere le coste italiane.
Due anni più tardi, nel 2014, in Italia esce il romanzo-verità di Giuseppe Catozzella “Non dirmi che hai paura”, che racconta, in un misto di realtà e immaginazione, la storia di Samia.

Lo spettacolo rappresenta un incontro unico e necessario, dove persone con storie, culture e esperienze diverse si trovano sullo stesso palcoscenico. Quindici richiedenti asilo, senza precedenti esperienze teatrali, lavorano insieme ad attori, danzatori e volontari, creando un dialogo fatto di movimento, danza, musica e silenzi. In questo spazio condiviso, le differenze diventano una risorsa: si imparano nuove competenze, si sperimentano modi alternativi di collaborare e si costruisce un linguaggio comune che supera le barriere linguistiche e culturali. Le prove iniziano sempre con un momento di condivisione: seduti in cerchio, si riflette su ciò che è accaduto durante la settimana e si programma il lavoro. Non c’è spazio per pietismo o buonismo, ma solo per l’autenticità degli scambi e per la bellezza della connessione umana. Questo percorso permette ai partecipanti, sia stranieri che italiani, di interagire in modi nuovi, arricchendo reciprocamente le proprie vite.

Locandina Lampedusa fine corsa

“Lampedusa fine corsa” supera i confini del teatro tradizionale, affrontando temi di inclusione, dialogo interculturale e denuncia sociale, rimanendo fedele alla missione artistica di Sanguemisto.

Stile e linguaggi

Lo spettacolo utilizza un approccio ibrido che mescola teatro, danza contemporanea, musica dal vivo, video e canzoni, caratterizzando il linguaggio artistico della compagnia Sanguemisto.

Repliche e location

Dopo il debutto all’Estate Fiorentina nel 2017, lo spettacolo ha collezionato 9 repliche in spazi sociali e teatri, tra cui:

  • La Casa dello Studente, Firenze
  • Teatro L’Affratellamento, Firenze
  • Teatro Giotto, Vicchio

Credits

Regia: Rodolfo Vezzosi
Coreografie: Piero Leccese e Martina Belloni, poi Giovanna Vitale
Video: Filippo Belperio
Cast: 15 richiedenti asilo, 4 attori/trici professionist/e, 10 volontari

  • Immagine in bianco e nero di persone sul palco
  • Samia